giovedì 8 novembre 2007

Materie prime, seconde e terze.

L'aumento tendenziale dei prezzi in genere, che chiunque abbia una certa età vede con chiarezza e prospettiva, dipende dall'aumento dei prezzi di alcune materie prime essenziali, come il petrolio. Adesso si considera che grandi paesi come Cina e India abbiano molto più bisogno di petrolio rispetto a, poniamo, dieci anni orsono, e che l'accresciuta richiesta ("domanda") determini l'aumento del prezzo del petrolio, prossimo a cento dollari per "barile" (a proposito: quant'è un barile in chili o litri? Circa 150). Ma il prezzo del petrolio e dei prezzi connessi aumenta da decenni, quindi la spiegazione "cinese" e "indiana" regge fino a un certo punto. Il prezzo del petrolio aumenta per motivi affaristici, in realtà, e politici. Le grandi società del petrolio s'arricchiscono e i paesi produttori (giustamente) usano il petrolio come arma, guerre causate dal petrolio sono all'ordine del giorno, e lo saranno, come quelle per un'altra materia prima decisiva: l'acqua.

I prezzi aumentano perché si vuole che aumentino, da parte di chi ha il potere di "fare i prezzi" e/o specula, e per trasformare in merce da vendere e comprare ogni materia prima seconda o terza, inclusa la vita. Le cosiddette leggi del mercato sono assurde, a meno che non si accetti la dittatura del mercato cosiddetto libero. Non si potrebbe pensare che se cresce la "domanda" di una merce questa debba costare meno e non di più, e viceversa? Che se una merce viene venduta molto possa esserlo con lo "sconto"? Che se scarseggia dev'essere risparmiata e non invece trasformata in oro?

Petrolio significa "olio di pietra", non "oro" di pietra.

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