mercoledì 28 maggio 2008

Sandro Bondi e Don Milani.

Il ministro Bondi (cultura) giorni or sono a Firenze, durante un convegno su La Pira, mi pare, ha secondo La Stampa (sabato 24 maggio) sostenuto che Don Milani, il prete famoso come denunciatore della scuola di classe (anni sessanta, "Lettera a una professoressa") e come critico dell'obbedienza, sarebbe stato annesso dalla "sinistra" tra le sue voci significative in modo abusivo.

Bondi, che anni fa era un dirigente di provincia del PCI e che è stato sindaco di un piccolo centro in Toscana, è passato dalla parte peggiore. Dal momento che lui ha voltato la giacca, ora pretende di farla voltare anche ai grandi defunti (come Don Milani) .

Com'è che un comunista diventa Forzitaliota, com'è che un comunista diventa Napolitano, com'è che un comunista diventa D'Alema, Veltroni, Fassino? Semplice: perché non è mai stato comunista.

Don Milani, basta leggere, era un prete comunista "cinese", amava il popolo e in particolare la classe contadina, fu sbattuto sul monte Giovi, che allora era veramente casa del diavolo, nel bellissimo fango, tra gli umili, e lui seppe trasformare questa punizione per la sua disobbedienza nell'oro della rivolta.

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