lunedì 30 marzo 2009

Biopoliticamente. Sorella Morte.

I miei dodici lettori mi bersagliano di migliaia di telefonate per rimproverarni, infatti vorrebbero che prendessi "posizione" sul cosiddetto testamento biologico e dintorni. Non m'interessa molto la cosiddetta biopolitica perché la considero secondaria alla politica tot court e quindi in definitiva pericolosamente portatrioce di oscurità, comunque: sono favorevole all'eutanasia, all'aborto, al suicidio, purché tali passi avvengano in una dimensione di socialità - logicamente il suicida, liberissimo di "semplificare" e "correggere" in privato, se incontrasse della socialità forse riporrebbe i suoi progetti di suicidio, e così la donna intenzionata ad abortire, anche lei liberissima di "semplificare" e "correggere"...

Sono favorevole all'eutanasia, all'aborto e al suicidio. A dir la verità, visto che siamo a parlar di Sorella Morte, anche la pena capitale, "correzione" e "semplificazione", ha il difetto di essere esposta all'errore (come qualunque altra decisione individuale e collettiva, inclusi suicidio, aborto ed eutanasia), ma coloro che le sono tanto avversi dimenticano che uccidere secondo la legge è meno ripugnante che uccidere in uno dei mille modi che la storia e la cronaca ci sbatte davanti (guerra, fame, malattie da e in miseria, omicidi di vario genere ecc.).

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