giovedì 28 maggio 2009

Omicidi sotto il lavoro.

Sono costretto a ripetere che l'espressione "morti bianche", usata dalle puttane mediatiche, da qualche anno, in sostituzione dell'espressione corretta, "omicidi bianchi", è ripugnante in quanto ipocrita e censoria, mentre appare essere totalmente priva di senso. Il capitalismo e l'industrialismo, insieme, divorano esseri umani senza pensarci su un attimo, in nome del profitto. Il peggior governo della storia d'Italia, quello attuale, ha recentemente corretto le normative in merito agli incidenti sul (meglio, sotto) lavoro, favorendo sfacciatamente chi sta in alto e scaricando il più possibile "in basso" le responsabilità.

Non siamo ingenui, sappiamo che chi lavora spesso pecca di leggerezza, per fretta, ignoranza, autosfruttamento, machismo eccetera. Non importa. La causa prima è il sistema del denaro e dello sfruttamento, la ditta dura del libero mercato.

1 Commenti:

Anonymous riccardo uccheddu ha detto...

Condivido in toto il discorso che sviluppi in modo così sintetico ma efficace nel post.
Aggiungo solo che si sta creando, al di là della pur sacrosanta indignazione per quelli che giustamente definisci OMICIDI bianchi, una mentalità fatalista, come se morire sul lavoro sia in fondo una cosa... normale!
Penso che a tale mentalità (vergognosamente veicolata da tanti media) ci si debba opporre politicamente ed anche culturalmente.
Si deve insomma rimettere al centro del discorso economico e lavorativo l'uomo, non il profitto... nè l'alienazione che consente ai cosiddetti "imprenditori" di lucrare sulle vite spezzate di tanti, poveri lavoratori.
Per questo sono necessari quell'"ottimismo della volontà" e quel "pessimismo dell'intelligenza" di cui parlava Gramsci.
Ciao.

3.6.09  

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