martedì 20 settembre 2011

Riteniamo la prospettiva dei due Stati, in Palestina, ragionevole, anche se di scarso fascino in confronto all'ingiustizia colossale cresciuta in questi 63 anni (l'età dello Stato di Israele). Ciò nonostante tale prospettiva ragionevole e in definitiva minimale, non esaltante, incontra l'ostilità di molti e rischia di essere frenata in sede ONU dagli Usa. Anche il cosiddetto governo italiano è fra coloro che voteranno contro l'avvio di uno Stato palestinese (...)

Giorni or sono ho letto un articolo di Bernardo Valli (Repubblica) che contava le componenti di ciò che si definisce come popolo palestinese: 1) gli abitanti in Cisgiordania; 2) gli abitanti della striscia di Gaza; 3) gli abitanti di Gerusalemme est; 4) gli abitanti nei campi profughi della regione; 5) i palestinesi cittadini israeliani.
Il Valli dimenticava i milioni di palestinesi che sono esuli da decenni, se non erro si tratta di 4 milioni di persone cui sono state rubate le case. Cacciate.

I media che osano apparentemente equiparare le due parti, le due ragioni, i pro e i contro (mentre dentro restano filoisraeliani, come sono filoamericani), sbagliano. Di ragione ce n'è una soltanto, quella dei palestinesi. Che finirà per prevalere.

Il capo israeliano ieri l'altro si è prodotto in una battuta, durante il suo discorso all'Onu, quando ha affermato che, dato il contesto arabo, il passaggio alla creazione di uno Stato palestinese finirebbe con il trasformare Israele in una "seconda striscia di Gaza".
Esatto, geniale: è così.

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page