sabato 22 ottobre 2011

Dopo la famosa manifestazione romana di una settimana fa (15 X 2011) dobbiamo riflettere sulla oggettiva funzione delatoria dei fotografi e dei giornali, cartacei o meno. Nei fatti, se non nelle intenzioni, i fotografi forniscono alla polizia (che ne ha già di suoi) strumenti per l'identificazione, l'arresto, e così via, dei manifestanti còlti a commettere qualche "reato". Non solo ai giornali, che
pubblicano con grande rilievo, come è stato domenica scorsa, una o più foto: e qualcuno finisce nei guai. Le foto, certo, talvolta sono "belle", d'effetto...

Dal punto di vista della legge, niente da dire, ma: la legge chi la fotografa, mentre lei commette le sue ingiustizie? I fotografi, chi li fotografa?

Fare la spia, o il giornalista: spesso c'è poca differenza. Sì, vale anche per la pubblicazione dei testi delle telefonate intercettate, quando tali testi servono da sugo per attrarre lettori. Come se ne esce?
Non se ne esce.

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