sabato 3 marzo 2012

I fatti che accadono, secondo il racconto della stampa, attorno alla costruzione della linea ferroviaria ad "alta velocità" in Piemonte, osteggiata da moltissimi comuni cittadini e spinta invece dai capitalisti e dai loro rappresentanti politici e mediatici, attirano la nostra attenzione in questi giorni non tanto per le sciocchezzuole che inevitabilmente si dicono (anche da parte del professor senator president Monti) e si scrivono da parte dei molti giornalisti ruffiani. Non l'attirano neppure perché noi siamo (congiuntivo) tra i conservatori della verginità dell'ambiente, infatti non siamo (indicativo) reazionari e, talvolta, saliamo perfino su un treno e ci spingiamo verso Milano o Genova in meno di due ore (da Firenze), oppure, ebbene sì, percorriamo sulla nostra supercar l'autostrada cosiddetta del Sole, costata uno sverginamento sanguinoso del paesaggio appenninico, cinquant'anni fa. No, i fatti valsusici attirano la nostra attenzione perché abbiamo notato che il triste localismo ( "a casa mia no!" ) stavolta è affiancato e redento dalla realtà di una rete nazionale di oppositori alle modernizzazioni fatte in nome del capitalismo, rete capace di organizzare manifestazioni in molte città in poche ore.

Questo ci rallegra. Il resto è schiuma.

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