martedì 28 agosto 2012

Non abbiamo seguito, certo,  la lite avvenuta in presenza di Mentana, su La7, tra Ferrara, Travaglio, Di Pietro, Macaluso ed altri, ma ne abbiamo avuto un riflesso nel tg di ieri (28 agosto), a cura del Mentana stesso. Il turpiloquio cui si sono abbandonati alcuni dei presenti ci pare che segni un nuovo punto a favore della rifiutabilità di tali dibattiti, quando si svolgono o si avvolgono secondo un registro di indelicatezza violenta a causa  del linguaggio turpe cui indulgono, tipico di certe (diciamo) conversazioni private, o di certi alterchi altrettanto privati, come quelli tra automobilisti incidentalmente contrapposti, tra condomini rissosi, tra "amici" sboccati e così via.
Ebbene, noi crediamo che la violenza del linguaggio turpe, semplificante, sbrigativa, disinvolta, non sia politica, ma appunto travasi nella dimensione pubblica (stavolta la tv) le caratteristiche della dimensione privata, casuale, priva di setting. Questo, proprio questo, caratterizza la cosiddetta antipolitica, e il pensiero va ai vari Bossi, Grillo eccetera (e una volta Berlusconi in pubblico definì "stronzate" gli argomenti di Prodi).
La politica necessita di un setting, altrimenti scade a sfogo: aspettiamo di udire qualche dibattente scorreggiare in diretta.

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