mercoledì 1 ottobre 2014

Hong Kong fino a pochi anni or sono faceva parte dei resti dell'impero britannico, da qualche anno è tornata nell'ambito della Repubblica Popolare Cinese, com'era giusto. I privilegi di questa città Stato capitalistica hanno viziato la popolazione, che adesso si trova invece a dover gestire i suoi rapporti con un governo forte come quello della RPC, a direzione comunista - per quanto spesso noi facciamo fatica a riconoscere nella guida del PCC un progetto socialista, mentre notiamo che, sotto l'ombrello comunista, fioriscono forme sfrenate di capitalismo, consumismo e sperequazioni. Non di rado ci pare che di comunista la RPC abbia soltanto il doveroso autoritarismo che esige ogni trasformazione della società. Altre volte rallegriamo noi stessi considerando che le vie della dittatura del proletariato sono infinite, o meglio: numerose come lo sono i Paesi del globo. 
Ciò detto, i media imperialisti in questi giorni pompano l' iniziativa di qualche migliaio di ragazzotti i quali sembrano desiderare che le prossime elezioni (2017!) a Hong Kong siano "libere", e non guidate dal PCC. Magari anche loro vorrebbero poter eleggersi un bischerello come il nostro, democraticamente mi raccomando. Con le primarie! Il barile delle malignità anticinesi è inoltre così vuoto, pare, che i media di qua lo raschiano attorno alla figurina d'un bambino con gli occhiali, facendone non si sa perché l'eroico leader di questa "rivoluzione degli ombrelli".

Amici: se votare servisse a cambiar qualcosa, sarebbe vietato.

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page