venerdì 28 agosto 2009

Le ormai note "dieci domande" che La Repubblica va ponendo da mesi a Berlusconi, il quale avrebbe deciso di "rispondere" con una querela contro il giornale romano (per diffamazione) ritenendosi danneggiato (ma perché solo un milione di euro?), invero poco interessanti quanto al contenuto esplicito (amorizzi, cornua, ingordigia erotica), sono invece dense di effetti per chi pensi al tema del mentire - di chi governa.
Il coraggioso giornalista D'Avanzo (in prima linea d'opposizione) va spiegando che non sono in questione, con le domande, tanto moralismi o piccinerie, pettegolezzi o maldicenze, indiscrezioni, boccaccismi, quanto sono in questione le probabilissime alterazioni dei fatti d'interesse collettivo (inerenti al governare) che il Berl. propaga tramite il suo dominio nel campo dell'informazione.
Queste ultime alterazioni o stravolgimenti d'interesse collettivo (qualcuno direbbe: sparizione dei "fatti") trovano, nelle varie versioni fornite dal de quo in merito alle sue abitudini carnali, contraddittorie e fideistiche, un modello agile e maneggevole, per così dire spassoso.

Etichette:

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page