mercoledì 23 dicembre 2009

Potere, libertà, lavoro.

La sottrazione dell'insegna metallica posta all'ingresso dell'ex Konzentrationlager di Auschwitz -Birkenau (così i nazisti denominarono Oswiecim, in Polonia), "Arbeit macht frei", il cui insuccesso si misura con il tempo brevissimo impiegato dalla polizia per individuare i sottrattori e recuperare l'oggetto, ha avuto larga eco sui media. Leggo su Repubblica che l'insegna è stata tagliata in tre pezzi, corrispondenti alle tre parole. Mi chiedo se i sottrattori volessero rimontarla secondo un nuovo ordine, tipo "Macht - frei Arbeit", o venderla a qualche appassionato di cimeli d'interesse storico: la seconda ipotesi è più ragionevole della prima.
Quando la Polonia era un paese socialista l'insegna, cui di solito si attribuisce un significato sinistramente derisorio a causa del fatto che, nel famoso Lager, di lavoro disperato e d'altre crudeltà soprattutto si moriva ("liberazione" discutibile), non fu mai rubata, forse perché il socialismo, contrariamente al capitalismo, dà più importanza agli uomini che non al denaro ed alle merci.

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