sabato 13 novembre 2010

...uno scrittore di fama crescente oggi (13 XI) recensisce sul Corriere una nuova traduzione dell' autobiografia di Vladimir Nabokov, autore di "Lolita" e di molto altro. Questo troppo celebrato russo (deve tutto a Kubrick , autore del film "Lolita"), un borioso coglione nato tra i cuscini, fu costretto dalla rivoluzione del 1917 a passare in luoghi dove continuare la striscia del privilegio, tra Europa e Usa. Il recensore, zampa liscia ai padroni, definisce l'evento decisivo del ventesimo secolo come "barbarie leninista", povera anima. Lenin, dirigente comunista, guidò la rivoluzione contro la barbarie della società zarista, nella quale Nabokov stava ben caldo, in direzione della giustizia socialista, che era ed è la forma più alta di giustizia sociale. Abbiamo letto il testo scritto dallo scrittore italiano in ascesa, che notiamo da diversi mesi pullulare in giro, solo perché eravamo curiosi, proprio oggi infatti abbiamo intenzione di rivedere "Lolita" di Kubrick, guarda caso, e perché l'impostazione di Nabokov in fatto di critica letteraria ci ha sempre divertito, formalista ed antipsicologica com'è. Trattasi, con Nabokov, di una tipica bufala del ventesimo secolo.

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