venerdì 30 marzo 2012

Nell'assistere alla partita tra Milan e Barcellona noi, leggermente inclini a preferire la squadra ospite, il di cui "possesso palla" tuttavia ci nausea come le trine della nonna, abbiamo notato che i tifosi milanisti stipati in una curva esponevano una gigantesca scritta: "Mangiamoli".
Orbene, noi ci siamo domandati se i due signori (...) che commentavano la partita avrebbero esecrato questa metafora, evocativa del cannibalismo - dell'arcaico cibarsi della carne del nemico ucciso. E ci siamo dati la risposta: no. Infatti.

Naturalmente non sappiamo se qualche giornale o telegiornale o altro abbiano speso tempo e inchiostro sulla evocazione di cui sopra.

Quando i tifosi evocano la "giudeofobia" e il nazismo, invece, vengono da non pochi media esecrati, e le società cui fanno riferimento multate; quando evocano , anche sonoramente il razzismo, pure.
Ci domandiamo se fare Buuuuuuuu contro il calciatore avversario di colore sia peggio che marchiare chiaramente uno stadio con lo slogan cannibalistico Mangiamoli. Se mostrare cartelli con su scritto "Squadra de negri", se inalberare iperbolici "forni crematori" come minaccia ai tifosi avversari sia peggio, del Mangiamoli.
Probabilmente il cannibalismo anche rituale è così rimosso, appartiene ad ere tanto lontane, o vive in terre incognite, che è divenuto una metafora inavvertibile, mentre il razzismo e la "giudeofobia" sono tabù attuali, nervi scoperti, così si spiega la tolleranza. Imbecille, però.

P.S. Devo il termine "giudeofobia" a Cesare De Michelis, che lo usa in un suo studio (ed. Boringhieri) sui Protocolli dei Savi di Sion.

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