sabato 22 settembre 2012

Le appropriazioni di denaro pubblico da parte di rappresentanti eletti "dal popolo", comunque il loro accumulo alquanto sospetto di ricchezze immobiliari eccetera, costituisce un problema. L'onestà è importante, ma la giustizia sociale è più importante ancora. Dare rilievo a queste "ruberie" è inevitabile, ma ci pare che serva a distrarre il pubblico dalle questioni vere, che rimandano all'iniqua distribuzione della ricchezza. Ammettiamo che nell'ultimo caso laziale oggetto in questi giorni di attenzione mediatica sia stato "distratto" qualche centinaio di migliaia o qualche milione di euro, ammettiamo che lo scioglimento della giunta regionale laziale sia un ghiotto boccone nella bassa cucina politica locale e nazionale (far fuori il PDL nientemeno che "a Roma"); ma tutto ciò è niente, al confronto dei miliardi di ricchezza che sono detenuti e crescentemente accumulati da una minoranza a discapito della maggioranza. Dei furti legalizzati che subiamo ogni volta che paghiamo una qualche merce.
Dice: ma anche nei Paesi socialisti, dove la giustizia sociale è (era) l'obbiettivo principe, sono (erano) possibili casi singoli di appropriazione indebita di ricchezza pubblica e quindi di conseguimento di privilegi.  Sì, casi di sopravvivenza di comportamenti che il socialismo ha (aveva) lo scopo di annientare con le buone o con le cattive.

Non facciamo come il toro, che si fa ingannare dal drappo rosso, e lo carica senza vedere la spada che esso cela - e che lo infilzerà a morte.

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