venerdì 14 settembre 2012

Monti ha in questi giorni menzionato lo statuto dei lavoratori riconoscendone le motivazioni di natura sociale ed insieme proponendo l'ipotesi - "da professore" - che i vantaggi conquistati dai lavoratori abbiano tuttavia frenato la creazione di nuovi posti di lavoro da parte di imprenditori atterriti, diciamo noi, dalla prospettiva di non licenziabilità degli assunti.
Monti dal suo punto di vista di colto dirigente che milita da sempre dalla parte del capitalismo, ha ragione. Ogni conquista della classe lavoratrice - come lo statuto dei lavoratori di cui v. l'articolo 18, recentemente eroso e vanificato proprio dal governo Monti - è un colpo inferto ai capitalisti, i quali, attraverso il personale politico che li rappresenta, mirano a riconquistare il comando sul lavoro.
Il comando sul lavoro: più cresce e più aumenta l'accumulo di plus valore da parte dei capitalisti.
Monti è un "marxista", contrariamente a coloro che male si oppongono al suo governo. In questione è la lotta tra le classi.

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