martedì 26 marzo 2013

Goethe muore

Lettori affezionati delle opere di Thomas Bernhard, abbiamo acquistato "Goethe muore", ultima traduzione italiana (Adelphi: manca ancora la pubblicazione  di "Gehen", un testo squisito sul camminare filosofeggiante).
Sulla stampa che scorriamo abbiamo letto alcune recensioni di "Goethe muore", e un paio di giorni or sono ci siamo fermati qualche minuto perfino su quella di Pietro Citati, pubblicata dal Corriere della sera. Questo celebre critico che mescola e confonde, come ai suoi tempi faceva Sainte-Beuve, le opere di un autore con certi aspetti della sua vita e del suo carattere, tratta brevissimamente soltanto di uno dei testi di "Goethe muore", invece scrive molto di Goethe e dei suoi ultimi giorni; in altri termini non recensisce un cavolo, ma approfitta dell'occasione per andare fuori tema: ciò del resto fanno i critici del suo genere, perfino pettegoli, se hanno fatto diretta conoscenza degli autori. Per fortuna Goethe defunse tanto tanto tempo fa. Prima prima che Citati venisse alla luce.

La prosa (anche in italiano leggendaria) di Thomas Bernhard è definita da Citati "a lasagna" ed "a salsiccia"; noi non sappiamo che cosa significhino "lasagne" e "salsicce" in rapporto alla prosa di Thomas Bernhard, mentre sappiamo che la prosa di Citati, questo Sainte-Beuve de noantri, avrebbe reso furioso Thomas Bernhard.

(Abbiamo letto tre o quattro recensioni di "Goethe muore", ma in nessuna abbiamo trovato la semplice verità che questi testi finali di Thomas Bernhard non apportano nulla di nuovo a chi ne abbia letto qualche libro: sono ripetizioni di maniera, al massimo utili a chi non abbia mai letto nulla di Thomas Bernhard. Sì, l'idea di un Goethe che vuol conoscere  Wittgenstein è carina, tutto qui.)

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