martedì 26 agosto 2014

Recensioni

Le recensioni che un quotidiano pubblica in merito ad opere scritte da suoi collaboratori, o addirittura suoi giornalisti, appartengono ad un genere di erotismo orale più o meno inarrivabile. Così abbiamo letto quel che ieri su Repubblica l'amico del Papa scrive sul suo collega Bernardo Valli, quell'inviato speciale che serve coraggiosamente, da una vita, in quotidiani scomodi come la Stampa, il Corriere, e da ultimo Repubblica. Due vecchie professioniste, il quotidiano torinese e quello milanese, che hanno molto da dimenticare; giovane in carriera, invece, Repubblica. Spensierata.
Il Valli, che noi leggiamo qualche volta alla ricerca di quello spasso che altri suoi colleghi più rozzi non sanno darci, pare che sia molto esperto, così scrive l'amico del Papa, tanto esperto di cose internazionali, aggiunge l'amico del Papa, che non gli servirebbe neppure spostarsi dalla sua sede, Parigi*, per redigere i suoi servizi.
L'amico del Papa con questo suo colpetto di lingua si è lasciato sfuggire una verità: che si può scrivere su questo e quel punto dolente del pianeta senza muoversi da casa. C'è Internet, c'è il telefono. Fingendo di esserci stati, però. O non fingendo neppure.

*Avevamo avuto l'impressione, infatti, che il Valli fosse un raffinato.

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