lunedì 13 ottobre 2014

Omarino

Si ricorderà che il capitano delle Schutz Staffeln Priebke, morto un anno fa a Roma, fu sepolto in un luogo ignoto ai più - noto invece ai meno - allo scopo di evitare che la sua tomba diventasse meta di nostalgici nazifascisti italiani e non. 
Pare che ve ne siano! Eppure la guerra è finita da sessantanove anni.
Priebke, corresponsabile dell'uccisione di 335 persone innocenti, effettuata come ritorsione dopo un attentato fatto ai danni dell'occupante tedesco da militanti della Resistenza in via Rasella, fu con decenni di ritardo catturato, processato in tarda età e condannato agli arresti domiciliari. Durante i quali, a cento anni, è poi morto. Senza aver fatto professioni di pentimento. Che è cosa intima e seria. Forse indicibile.
Orbene, su un ponte della capitale qualcuno ha montato un punto di memoria (diciamo) per Priebke - tanti se ne vedono a cura di parenti di persone morte in incidenti stradali. Il sindaco ha disposto che il punto di memoria, stando alla foto vista da noi sul Corriere di ieri 12 ottobre davvero poca cosa, sia rimosso, ed ha osservato che l'iniziativa del punto di memoria è all'incirca vergognosa. 
Marino, si chiama il sindaco di Roma: omarino, diremmo noi. 
Vogliamo dire soltanto che una tomba x sita nel cimitero y non significa che si debba andarci a meditare o altro, ma che si può farlo, com'è giusto. In mancanza d'indicazioni circa il cimitero, era ovvio che qualche nostalgico avrebbe rimediato, com'è avvenuto. 
Facciamola finita con queste  parodie istituzionali dell'antifascismo, cazzo.

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