martedì 11 agosto 2015

La "ditta" non c'è più

Coloro che hanno contribuito all'ascesa di Renzi Matteo prima localmente a sindaco di Firenze, poi a segretario nazionale del PD, infine a presidente del consiglio - facendogli posto con il mezzo pratico sciaguratissimo delle primarie e, soprattutto, con l'abbandono delle idee che rendevano il loro partito ancora un poco diverso dai partiti di centro, adesso si rendono conto di che cosa hanno fatto e tentano di recuperare. Abbiamo riconosciuto qui tempo fa a Renzi Matteo il merito oggettivo di aver fatto piazza pulita di quei rinnegati che pure avevano ed hanno il volto umano di chi forse talvolta nel cuore della notte si ricorda di essere nato e cresciuto a sinistra - lasciamo stare il comunismo, che non è più in questione fin dai tempi antichi del Pci. Tuttavia questi rinnegati, questi traditori, queste facce false di vera tragedia, hanno oggi la nostra comprensione, infatti, ripetiamolo, sembra che si rendano conto dei loro errori e che tentino di recuperare. Escano dal PD e tentino di ricostruire un qualcosa, almeno, di socialdemocratico, non restino in gabbia. La "ditta", come la chiama Bersani, non c'è più.

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