martedì 21 luglio 2015

Un attentato attribuito all'Isis ha ucciso un certo numero di giovani, soprattutto curdi, in Turchia, non lontano dal confine della Siria. Fin qui il governo turco non pare essersi impegnato contro l'Isis, combattuto invece da forze curde, certo a Kobane e in Iraq. Il motivo risiede nell'interesse turco per la caduta del governo di Assad, in Siria, e nella solida ostilità turca nei confronti dei curdi, notoriamente presenti in Turchia. 
L'Isis in effetti lavora non solo per sé, ma anche per la Turchia, che ha nella Siria un nemico; l'Isis però lavora anche per Israele, che ha tutto l'interesse di veder distrutti i suoi nemici - possibilmente per mano altrui: ha interesse che la Siria sia un macello così come che lo sia la Libia, anni fa distrutta dal cielo da parte dei "liberatori" europei, da terra dai combattenti antigheddafiani. Israele preferisce avere a che fare eventualmente con bandette incarognite: sempre meglio che Stati dotati di eserciti veri. 
Si rinfaccia alla Turchia di non battersi contro l'Isis, ad Israele no*. C'è anzi qualche povero servitorello che ancora va in pellegrinaggio da Netanyahu a sparare le solite ruffianate sulla "memoria".

* sedici elicotteri da combattimento prestati alla Giordania, leggo sabato 26 sul Corriere.

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