mercoledì 3 febbraio 2016

Come si fa carriera

Il nuovo direttore di Repubblica, lodevolmente restio a comparire con il suo cognome in testata accanto al celeberrimo cognome del fondatore del quotidiano, ha dato però, come se fosse un Ezio Mauro qualsiasi, spazio ieri 2 febbraio alla pubblicazione di un articolo di un certo Roger Cohen, preso dalle pagine del giornale più cool dell'impero, il New York Times. L' ebreo Cohen ha criticato la figuraccia che il governo ha fatto fare all'Italia lasciando mascherare non si sa ad opera di chi certe statue romane "nude" in occasione della visita di Rohani (o Rouhani), e fin qui chi se ne frega, nonché: pensino alle corna loro, che ne hanno tante, in maschera o nude. Tuttavia, colmo d'odio pavloviano per Rohani, il Cohen si è infilato in un discorso sulla cosiddetta negazione dell'olocausto, pratica che in Iran sarebbe a quanto pare fiorente. Come a dire che la nudità, già paragonata da un altro cretino nostrano alla libertà, rappresenta la verità, e che non dovevansi mascherare le statue "nude" in onore di chi maschera la verità dell'olocausto e conculca la libertà del suo popolo, ansioso di uniformarsi ai gusti dell' "occidente". 
Dar spazio a un articolo di un ebreo americano sul capo del governo iraniano senza, ma come si fa? 
Si fa, si fa: si fa carriera.

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