sabato 2 gennaio 2010

Le "società aperte".

Giorni fa un certo Lloyd, tradotto su Repubblica, fingeva di stupirsi del fatto che un giovane fortunato e laureato "bene", nei luoghi "giusti", sia potuto, come il famoso mancato attentatore colto, pochi giorni fa, su un aereo con addosso dell'esplosivo, diventare un nemico delle "società aperte", così il citato Lloyd, sulla scia del patetico filosofo Karl Popper, denominava senza vergognarsi i paesi concorrenti a realizzare il pieno dominio dell'imperialismo, cioè la dittatura mondiale capitalistica, e, nel dettaglio, a schiacciare paesi come l'Iraq, l'Afghanistan, a minacciare di guerra l'Iran, e, suprema porcata, a garantire alla repubblichetta abusiva sorta 60 anni fa in Palestina di prosperare a spese di chi legittimamente la deve abitare, i palestinesi . Il giovane, fortunato perché figlio di una persona ricca e dunque in grado di permettergli esperienze culturali molteplici in Europa, negli Usa eccetera, sempre "tra due cuscini", evidentemente non sopportava le "società aperte" (....), dunque i suoi privilegi e i suoi studi in Europa non ne avevano fatto uno sciocco che scambia per "apertura" il dominio sfacciato e feroce dell'imperialismo. E' consolante.

Ciò non significa che noi siamo politicamente d'accordo con le pratiche dinamitarde individuali (magari giovanilisticamente ribelli) o realizzate invece da piccoli gruppi clandestini con scarsi contatti di massa - ma non dimentichiamo mai le pratiche terroristiche (stragi senza fine di civili) realizzate in Iraq, Afghanistan e in ogni parte del mondo, dalle forze armate dei paesi imperialistici (le "società aperte").

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