mercoledì 25 agosto 2010

Il 23 e il 24 agosto Repubblica ha raccontato quel che si vive nella cosiddetta striscia di Gaza, quel piccolo territorio dove sono prigionieri circondati, anzi assediati, un milione e mezzo di palestinesi, numero da cui è necessario sottrarre i millequattrocento circa morti ammazzati dagli israeliani durante l'operazione horror denominata "piombo fuso", un anno e mezzo fa, messa in opera per liberare UN soldato israeliano prigioniero dei palestinesi dal 2006, anno della guerra splatter israeliana contro il Libano.
Com'è noto l'organizzazione Hamas, che non intende riconoscere "gratis" lo stato di Israele e perciò è universalmente malvista, governa la striscia, dopo aver vinto, nel 2006, le elezioni in quel che resta della Palestina, e dopo aver neutralizzato la reazione a tale vittoria dell'Autorità Nazionale Palestinese e di Al Fatah, che godono stampa migliore in quanto piuttosto di zampa liscia con i padroni imperialisti e colonialisti, se non collaborazioniste del tutto.
Orbene, e naturalmente ci scusiamo per la sintesi che precede, brutale, l'inviato di Repubblica sorvola sulle vere cause della miseria di coloro che sopravvivono nella striscia, l' assedio e il blocco delle importazioni, e accusa invece Hamas.
Se piove la colpa è dell'ombrello...
Ciò ricorda le accuse rivolte ai partigiani italiani, 1943-1945, per gli eccidii realizzati dai soldati tedeschi comandati dai nazisti come rappresaglia in risposta alle attività di guerriglia dei partigiani.
Ciò, com'è ovvio, ricorda le accuse alla dirigenza comunista di Cuba, di essere incapace di realizzare il "benessere" della popolazione, accuse che sorvolano sull'embargo Usa, vecchio di decenni.
Hamas, un'organizzazione senz'altro socialmente e politicamente utile e che invece gli scribacchini definiscono soltanto come "terroristica", fa il possibile, date le circostanze. Repubblica racconta che nella città di Gaza è stato aperto un piccolo centro commerciale a cura sembra di Hamas, e fa dell'ironia, chi ha i soldi per farci la spesa?...stupendosi tra l'altro che tra i prodotti in vendita ve ne siano alcuni israeliani...

Il 25 agosto lo stesso inviato, invece, stavolta non stupito dalla "contaminazione", ha rilasciato miele a proposito dell'insegnamento dell'arabo reso "obbligatorio" in 167 scuole israeliane...novità in nome della condivisione...ha scritto da ultimo, e dell'incontro...come se ci credesse...

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