giovedì 17 febbraio 2011

il cosiddetto premier scanserà le udienze dei processi (puttanologici e non) che lo riguardano per mezzo del legittimo impedimento che graziosamente gli è stato confermato poco tempo fa, intanto continuerà l'azione governativa (schiacciata sugli interessi del capitalismo e dell'imperialismo, oltre che sui suoi personali) per mezzo dell'attrazione che i suoi (soldi) sanno esercitare sui parlamentari incerti, ciò che gli garantirà i numeri. Fini ha rischiato ed ha perso, il suo nuovo partito nasce azzoppato, gli altri "oppositori" giustamente non possono, pena il rischio di essere puniti dagli elettori, aggregarsi tra capre e unicorni e piccioni. Di movimenti seri extraparlamentari non si vede l'ombra, gli italiani adesso sono presi dai loro problemi con il "credito al consumo", cioè con la loro condizione di "nuovi poveri": di quelli veri, seri e vecchi non importa a nessuno, pare, se non ai preti.
Tocca pazientare. Un bel giorno morirà anche il cosiddetto premier. Peggio di lui sarà impossibile.

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