giovedì 17 maggio 2012

Uno psicanalista in voga (bravo e animato da sentimenti più che onesti) ha scritto su un quotidiano nazionale che certi suicidi di cui si parla in queste settimane dipendono dal fatto che la perdita del lavoro toglie molto all'identità di una persona, che non sarebbe più, da persona disoccupata, socialmente riconoscibile.

Sì; ma insistiamo con l'obbiezione avanzata da noi giorni fa (e da un sociologo che brilla sullo stesso quotidiano nazionale): i suicidi per motivi economici e di perdita del riconoscimento non sono un fenomeno iniziato quest'anno: ci sono sempre stati.
Un'altra obbiezione allo psicanalista in voga è questa: proviamo a garantire ai disoccupati lo stesso stipendio mensile di quand'erano occupati, e vediamo quanti si suicidano.

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