martedì 10 settembre 2013

Cile 1973 11 settembre

Domani 11 settembre saranno quaranta anni (1973) dal colpo di stato fatto in Cile dai militari (amati dalla CIA) contro il governo socialisteggiante presieduto da Salvador Allende: appunto con i socialisti, i comunisti e il movimento di sinistra rivoluzionaria (Mir). 
Unidad Popular, così si chiamava, aveva vinto le elezioni, sia pure per pochi voti di differenza rispetto alla democrazia cristiana, e soprattutto non aveva la forza politica ed organizzativa necessaria per garantire le sue pratiche a favore delle classi popolari, tra cui la nazionalizzazione dell'estrazione mineraria del rame, tolta indovinate a chi - senza risarcimenti.
L'esperienza cilena suggerì al Pci, guidato da Enrico Berlinguer, l'idea pazzesca che per governare fosse necessario accordarsi con la democrazia cristiana, per evitare rischi. "Vincere con il 51% non basta"...
Il dolore enorme per i fatti cileni doveva invece confermare che il socialismo, non essendo la festa della fettunta, ma una cosa seria, necessita di essere garantito non nel senso elettoralistico bensì in senso organizzativo, con la mobilitazione permanente delle masse e con una guida ferrea. O così o si perde.
La sconfitta di Unidad Popular è stata un insegnamento decisivo. Gli strascichi intillimanici furono invece soltanto folklore.

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