giovedì 20 novembre 2014

Sangue

Abbiamo letto qualche commento su ciò che è accaduto l'altro giorno a Gerusalemme, dove sono state uccise in una sinagoga diverse persone, e ferite altre, da un paio di palestinesi, poi uccisi a loro volta dalla polizia israeliana. 
In Israele vige la pena di morte espressa, e la rappresaglia: infatti pare che il capo del governo Netan eccetera abbia ordinato di abbattere le abitazioni dei due palestinesi autori della strage. Hai capito? Se hai un vicino testa di cazzo, non si dice un parente, ti buttano giù la casa.
Non sappiamo qual è la ratio inerente, se non quella della vendetta, comunque torniamo ai due soli commenti che ora ricordiamo, quello di Venturini sul Corriere e quello di Schuldiner sul Manifesto. Entrambi suggeriscono che stia trasformandosi, la rogna palestino-israeliana, in una guerra di religione, e sembrano esserne colpiti. 
Entrambi i bravi ragazzi (non so però se Zvi è nome maschile, quello di Schuldiner) evocano il Califfato (Isis), e questo colpisce noi, infatti ci siamo domandati ironicamente parecchie volte perché Israele se ne stesse fuori, dalla guerra contro l'Isis. Ora l'Isis ce l'ha in casa.
Stupirsi per la trasformazione della rogna palestino-israeliana in guerra di religione, invece, ci pare davvero incredibile.

Tornando alla strage: certe cose non si fanno né in Danimarca né in Scozia, due Paesi a caso, dei quali il secondo fumino mica poco. Ci sarà un motivo, no?

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