venerdì 26 maggio 2017

Radici

A proposito degli autori di crimini politici in proprio (cioè non ammantati da ragioni di Stato) da un po' si parla della loro "radicalizzazione". Con tale termine s'intende l'avviamento di singoli o gruppi in canali politici descritti dai media nostrani in base alla categoria del "terrorismo". Ad esempio, un giovane finisce in carcere per reati comuni ed entra in contatto con detenuti "colti" che ne indirizzano l'orientamento verso idee e pratiche organizzative che, una volta uscito il giovane dal carcere, saranno da lui seguite. In solitudine o in collaborazione con altri. 
Da che esiste la lotta politica ed il carcere questo tipo di processo di cosiddetta radicalizzazione esiste. Per esempio il leader Malcom X (v. Autobiografia di MX, messa su carta da tale Haley, testo in Italia edito da Einaudi) divenne, da criminale comune che era, un politico "radicale" in carcere stando a contatto con altri detenuti politicamente ferrati. Secondo lui, i suoi maestri ed i suoi compagni, la questione razziale in Usa era fondamentale. Durante il fascismo non pochi detenuti politici fecero scuola ad altri detenuti ignari di politica trasformandoli in militanti antifascisti. Anche Hitler in carcere si autoradicalizzò occupando il suo tempo con la redazione di Mein Kampf.
Quanto all'immagine della "radice" (a proposito, il suddetto Haley è famoso per aver scritto un libro intitolato Radici), solo i nesci possono ignorare che in politica, e non solo, è una buona pratica quella di andare alle radici - semplicemente: per capire e agire. O: credere di capire.
(Com'è ovvio, ci si apre alla teoria e pratica di andare alle radici non soltanto in carcere).

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