martedì 23 maggio 2017

Sempre le stesse cose

Nella vetrina dei tacchi a spillo di Lilli Gruber la sera del 23 maggio 2017 si è parlato della orrenda strage avvenuta a Manchester il giorno precedente in occasione di un "concerto" di una cantante adolescenziale. Era davanti alla padrona di casa, diciamo, Casini in persona, fantasmaticamente assistevano Severgnini e Travaglio. Solo Casini ha accennato al contesto politico internazionale, per il resto si è parlato di "sicurezza" e di "società aperta". Il fantasma di Severgnini ha affermato che in Corea del nord l'attentato non avrebbe avuto luogo. Buona questa.
Casini ha pure menzionato Israele e le "misure di sicurezza" colà efficaci come risposta alla nota turbolenza interna a quel grazioso Paese. In effetti Israele esporta know how  inerente la materia in ogni dove, facendoselo pagare.
Tutti e quattro hanno omesso l'ovvia considerazione che noi andiamo facendo da anni e che ora ripetiamo: il crimine politico sta sempre in rapporto alla quantità di ingiustizia ed infamia politica che è stata prodotta - non importa che abbia scopi diversi, evidenti oppure oscuri, e che agisca con crudeltà impensabile. Per combattere il crimine politico è necessario spegnere l'ingiustizia e l'infamia. Ciò non si fa perché ingiustizia ed infamia non sono dagli Stati che ne sono responsabili riconosciute come tali, ma sono invece ammantate ideologicamente (v. la cazzata alla Popper della "società aperta") ed agli Stati convengono in rapporto al sistema sociopolitico che servono.

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