lunedì 7 gennaio 2008

Pena di morte e aborto.

La moratoria della pena di morte decisa a maggioranza ONU, a quanto leggo sul Corriere della sera del 24 dicembre '07, ha avuto scarsa eco sui media statunitensi, pensa te. Invece, ne ha avuta molta sui nostri. Qualcuno ha colto la palla al balzo, ed ha stabilito un legame tra la pena di morte e l'aborto, in Italia.
I morti pari sono? A vent'anni, o trenta, faccio per dire, dopo crimini, processi e sentenze, ed a un mese, due mesi, tre mesi, faccio sempre per dire, dopo il concepimento? Evidentemente no, qui c'è un trucco. Uno sporco trucco. Da quando in qua si dichiara di avere x anni più nove mesi?
A proposito di pena di morte: a parte l'untuosità della concezione della vita come qualcosa di sacro, lasciamo perdere per favore, la pena di morte è da eliminare soprattutto perché, in caso di errori giudiziari, morto il condannato indietro non si torna. Il resto sono balle, quando la morte come effetto di violenza è dappertutto all'ordine del giorno, tra i nati, e tra i nascituri indesiderati.
E' la morte della pena, che dobbiamo conseguire. Del penare. Grandioso progetto, sì, lo so.
Ora, se una nascita prossima, per qualche motivo oggettivo o non oggettivo, si presenta come un aumento del penare (per una donna, magari anche per l'uomo che le è vicino), meglio rinunciarci.
Per ridurre il danno, la pena.

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