giovedì 29 gennaio 2009

Ti vogliamo bene: si può scrivere senza essere importunati dalla cronista di turno, o no?

Deve restare chiaro che, se siamo in democrazia, e se democrazia non significa solo andare a votare ogni qualche anno, qualsiasi opinione è da considerare liberamente esprimibile, così, quando ieri sera ho visto il TG3 su la notizia della solidarietà ( espressa su striscioni di stoffa attaccati a una rete lungo una strada) degli amici di quartiere a un ragazzo reo confesso di violenza sessuale commessa la notte di fine anno ai danni di una ragazza, quando ho visto una giornalista tentare insistentemente di far parlare questi amici del colpevole, magari rivelando il viso, ho pensato che, com'è ovvio, non c'è solo la violenza sessuale, ma anche la violenza giornalistica. Ti vogliamo bene, avevano scritto tra l'altro su uno striscione gli amici del colpevole. Dev'essere chiaro che tutti hanno diritto di voler bene a chi vogliono, e di scriverlo, ed hanno diritto di non volerne parlare con la stampa. Altrimenti vorrebbe dire che siamo in una dittatura travestita da democrazia, che è esattamente quel che penso.

Ieri ho letto (siamo al 22 marzo) che il reo di violenza sessuale è stato scagionato.

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