sabato 2 gennaio 2010

Testimonianza a braccio.

Pochi giorni or sono Repubblica ha dato ospitalità al toccante resoconto di un certo Vogelmann, "scrittore e editore", il quale ha assistito, orripilato anche dall'indifferenza degli astanti viaggiatori, ad un episodio antipatico ed anzi opprimente capitato su un treno, dove due controllori avrebbero trattato con somma mancanza burocratizzante di umanità un giovane senza biglietto. Sappiamo.
Il Vogelmann descrive il giovane, tra l'altro, come privo di braccia. Il giorno dopo lo stesso quotidiano ha pubblicato due articoli sul fatto, uno dei quali accenna alla presa di posizione di Trenitalia; orbene, in essa ci si riferisce al giovane come a persona mancante di un braccio.
Qualcuno sbaglia, evidentamente: o il Vogelmann, o Trenitalia, o il quotidiano.
Agli errori dei giornali siamo abituati da decenni. Alle imprecisioni magari pelose dei verbali burocratici, anche. Del resto sappiamo che le testimonianze stesse possono, come dire? - variare. Ma tra un uomo privo di un braccio e un uomo privo di entrambe le breccia, suvvìa, c'è una certa visibile differenza.

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