sabato 26 giugno 2010

Legittimo impedimento

Leggiamo divertiti che il governo ha nominato un tizio ministro "senza portafoglio" allo scopo di consentire al tizio di usare la legge del cosiddetto legittimo impedimento per non presentarsi ai giudici dai quali è imputato a causa di una qualche evidentemente dubbia sua manovra nel mondo della finanza, banca eccetera (ciò ha a che vedere con un altro genere di portafoglio, quello vero). E che il presidente della repubblica gli ha negato questa prospettiva.
Naturalmente la parte lesa, la cosiddetta maggioranza, ha eccepito su quest'intervento presidenziale, coraggiosissimo, sferzante, ardito..."ci son qua io che difendo il giusto!"... con l'argomento della "irritualità" e cacciando fuori l'accusa di "presidenzialismo"...

Ciò che la cosiddetta maggioranza vorrebbe per il suo padrone, guarda caso, è proprio il presidenzialismo...

Non dobbiamo scandalizzarci, dobbiamo pensare: il caso illustra bene che l'attività politica parlamentare "democratica", e quella governativa di più, servono solo a chi le svolge: a far soldi, ad accumulare "amici", a rendersi immuni, a tutto quanto, salvo che alla res publica. La res è infatti privata, o va ad essere privatizzata del tutto.

Quanto al presidente, sarebbe meglio che facesse la voce grossa anche per questioni più serie. E' facile bacchettare un carneade qualsiasi.

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