lunedì 24 giugno 2013

L'insistenza sulla "pulizia" privata delle persone pubbliche, vedi il caso in corso montato contro Josefa Idem,  che talvolta porta alle dimissioni perfino di alte cariche dello Stato, com'è accaduto anni or sono al presidente della Repubblica Federale Tedesca, non ci convince: restiamo caparbiamente attaccati alla distinzione tra privato e pubblico (quando non hanno influenze reciproche, com'è invece nel caso di Silvio Baba). Una persona può essere "pulita" privatamente ed inetta come esponente di governo; può invece avere sì commesso qualche infrazione privata e "far bene" (nei limiti del momento storico) nel governare, infatti sono in questione situazioni sociali ben diverse, e le persone sono influenzate nel loro agire dalle situazioni sociali in cui si trovano.
L'insistenza sulla "pulizia" privata prima e durante la responsabilità politica significa secondo noi questo (ne traiamo la convinzione dall'essere tale tendenza imperante negli Stati uniti d'America): chi governa, foss'anche il presidente dei suddetti stati uniti, non conta un fico secco, è un bambolotto del potere vero, gettato in pasto alle mandrie degli elettori (per metà, giustamente, non elettori), non importa quel che fa perché non può fare niente che il potere vero (chiamatelo Impero, la rima è involontaria) non voglia; deve perciò avere almeno la faccia pulita, avere le carte della normalità (dell'epoca) a posto e dev'essere soprattutto "onesto". Del resto la pressione mediatica sulla "onestà dei politici" serve affinché le mandrie, invece di vedere chi le opprime, se la prendano con i bambolotti cattivi...

Non basta però, perché il quotidiano per signora che scorriamo di questi tempi, Repubblica, se la prendeva ieri non solo con la Idem (ad opera di Gad Lerner, stendiamo un velo), ma anche con un calciatore piuttosto noto, Miccoli, incolpato per aver al telefono usato, sembra, parole scortesi nei confronti di San Falcone martire. Ma uno non sarà libero di dire al telefono quel che vuole di chi gli pare, a torto o a ragione - senza vedersi dare addosso? Evidentemente no. 
Dal caso Miccoli consegue che la nostra ipotesi di spiegazione dell'atteggiamento mescolatorio tra privato e pubblico, se vale per la politica, non è detto che valga anche per altri settori.
Perché si mescolano le carte private con le carte pubbliche?
E soprattutto: quando si mescolano?

Vediamo intanto che un risultato del mescolamento-confusione  tra dimensione pubblica e vita privata dei personaggi noti è l'ipocrisia del politicamente corretto; pochi se ne discostano, anche per il fatto che alle "star" si domandano pareri su ogni argomento. Per il fatto che sono "star". Come agli esponenti politici si richiede di essere privatamente "puliti".

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