domenica 20 ottobre 2013

Cefalonia 1943

L'incubo cui l'armistizio firmato con gli anglo-americani in data 8 settembre 1943 dal governo italiano (Badoglio e c.) dette inizio (avere l'ex alleato tedesco in casa mentre le forze anglo americane stavano risalendo la penisola), trovò nell'isola greca di Cefalonia una concentrazione mostruosa. Sul posto italiani e tedeschi si trovarono ristretti e finirono con il combattersi, infatti gli italiani si rifiutarono di consegnare all'ex alleato le armi, diversamente da quello che invece accadde in Italia, dove molti soldati italiani, consegnando le armi, tentarono di sparire dalla circolazione, qualcuno riuscendo nell'impresa, qualcuno no, qualcuno passando alla guerra partigiana (lo testimonia Beppe Fenoglio nel romanzo "primavera di bellezza"), qualcuno seguitando a combattere, mesi dopo, sotto il comando tedesco (per esempio in quel di Cassino, nel sud), qualcun altro entrando nelle forze militari badogliane (lo testimonia Curzio Malaparte nel romanzo "La pelle"): non pochi furono catturati dai tedeschi e mandati in Germania al lavoro coatto; altri ancora, in un tempo successivo alla nascita della repubblica sociale italiana ("di Salò"),  a "riformarsi militarmente" sempre in Germania. Altri seguitarono la guerra appunto inquadrati nella r.s.i.
I tedeschi già prima del giorno sfortunato (8 settembre 1943) non si fidavano del loro alleato meridionale, specie in seguito alla destituzione di Mussolini (25 luglio 1943), ed evidentemente non avevano torto. A Cefalonia ebbero la meglio, anche con le loro forze aeree, sugli italiani, molti uomini morirono e non pochi ufficiali italiani furono fucilati - dopo che erano stati fatti prigionieri, è logico, non prima! Fu alquanto inelegante, come minimo, trattare da "traditori" senz'altro gli italiani di Cefalonia, da parte dei tedeschi.
Proprio in questi giorni, caldi a causa del "caso Priebke", un altro ex militare ultranovantenne tedesco è stato condannato all'ergastolo in Italia a causa delle accennate fucilazioni di Cefalonia. Costui si trova in Germania e non sarà estradato.
Rinnoviamo una nostra sincera domanda, sempre ricordando che nel giorno 8 settembre 1943 iniziò un incubo: che cosa dovevano fare i tedeschi, in Italia, e a Cefalonia? "Mollare"? Forse sì, ma non lo fecero, rovinando la "festa" agli ex alleati. Inveleniti dal tradimento italiano continuarono a contendere chilometro dopo chilometro della penisola agli anglo-americani che avanzavano, azzannando a destra e a manca chi giustamente li ostacolava.

N.B. Quanto precede è quel che sappiamo, e quel che sappiamo non basta certo, potremmo un giorno revisionarlo. Chiediamo pazienza, ma a noi, nati poco dopo che l'incubo era finito, ci hanno preso in giro per decenni, quando eravamo giovani, ed è venuto il tempo di chiuderla con le bugie.

Post scriptum: nel romanzo giovanile dell'inglese Ken Follet, "La cruna dell'ago", troviamo una sintesi eccellente: "Gli italiani si erano arresi, i tedeschi no"...

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