sabato 9 gennaio 2010

Scene di caccia in bassa Calabria.

Alcune centinaia di lavoratori provenienti dall'Africa e supersfruttati in Europa, in una località chiamata Rosarno (Calabria, Italia) si sono ribellati nei giorni scorsi, logicamente senza far complimenti, contro gli attori umani e sociali della loro condizione più che misera di raccoglitori di arance privi di diritti. Bianchi-Neri....Questo lo schema brutale. La popolazione indigena accecata dall'ignoranza, dalla miseria, dal razzismo (quindi: una parte della popolazione), ha reagito alla ribellione organizzandosi in cacce all'africano che hanno dato fino a ieri (oggi è il 10 gennaio) scarsi risultati in termini di danni alle persone grazie all'interposizione delle forze di polizia, grazie alla fuga di molti africani da Rosarno, ed infine a causa della deportazione realizzata a cura dello Stato dei raccoglitori africani medesimi, non so quanto lieti di essere salvati dai linciaggi per essere rinchiusi nei cosiddetti centri di accoglienza - galere. Ed essere rimandati in patria.

Ho letto sul Corriere che un africano avrebbe detto a un giornalista: qui non c'entra il razzismo, c'entra la vita brutta. Io da lontano penso che la "vita brutta" alimenti il razzismo.

Comunque sia, Viva la rivolta degli africani di Rosarno, lunga vita! Abbasso lo sfruttamento, abbasso il razzismo!

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