sabato 10 aprile 2010

Un uomo in ascesa.

Lo specialismo acceca per mezzo dei dettagli, dunque la lettura di una cosiddetta intervista, sul Corriere di sabato 10 aprile (p.26), al sindaco (ebreo, naturalmente) di Gerusalemme, dà all'ingenuo lettore un'idea globale della questione palestinese oggi, 2010.
Pare che il tipo sia così ricco, per affari suoi, da aver accettato uno stipendio simbolico (pari a 20 cent di euro all'anno) per la sua alta carica, lanciante nella politica che conta: leggiamo che anche il pregiato Olmert (v. alla voce Piombo fuso) sia stato, prima che capo del governo israeliano, sindaco di Gerusalemme. Dunque ce lo ritroveremo tra i piedi, l'attuale sindaco dell'antica città in questione.

L'ingenuo lettore sa che la faccenda è spaventosamente semplice: i governi israeliani, sostenuti dagli Usa e dalle comunità ebraiche del globo, non ìnopi, oltre che da "ragioni" religiose millenarie, senza contare l'arroganza ricattatoria derivante dall'aver subito, i nonni e i padri degli attuali arroganti, la nota micidiale persecuzione a metà del secolo scorso in Europa, imparagonabile (a giudizio degli attuali arroganti , tanto che si direbbe che gli ebrei posseggano il brevetto della vittimologia e non tollerino tentativi di imitazione)... i governi israeliani, dicevo, stanno metodicamente pappandosi tutta la Palestina e dintorni, compresa la cosiddetta città santa, Gerusalemme. Questa è la verità.

L'intervista, diremmo meglio: la fornitura giornalistica della parola al sindaco de quo è luminosa. Costui semplicemente respinge ogni idea di riconoscimento di diritti ai palestinesi (a proposito: i più non usano neppure il termine, chiamando le loro vittime semplicemente "arabi") in merito alla controversa e davvero antichissima città, se non quello di concorrere commercialmente sotto il giogo israeliano. In nome dell'arroganza di cui sopra e del capitalismo. Perfetto modello.

"Io sono per lo sviluppo economico della città e ogni impresa che voglia installarsi qui ha il diritto di farlo". Niente rappresentanza commerciale palestinese. Libero mercato e concorrenza.

"No a tutte le istituzioni (...) che mettano in discussione la sovranità su Gerusalemme". Niente restituzione del quartier generale dell'OLP.

"Nessuna città al mondo accetterebbe di lasciare in piedi strutture illegali per ragioni legate alla razza o alla religione". Niente stop all'abbattimento dei palazzi costruiti dagli "arabi".

"Negli ultimi duemila anni la città non è mai stata aperta quanto sotto la sovranità israeliana". Aperta sotto...ragionamento da colonialista...

(Il prezioso testo è firmato da Davide Frattini. Il sindaco di Gerusalemme è Nir Barkat)

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