martedì 5 giugno 2012

Uno dei nostri pubblicisti preferiti ha rilasciato un suo parere sul successo in Grecia di una lista elettorale nazionalistica e xenofobica, oltre che ostile al sistema finanziario europeo.
Càpita, nelle elezioni, che abbia successo chi non ci piace, no?
Che vogliamo fare, li bombardiamo?
No, facciamo nuove elezioni, appunto.
Poiché pare che la suddetta lista non ami "gli ebrei", forse secondo lo stereotipo che li vuole numerosi tra banchieri e finanzieri, il pubblicista a noi caro lancia l'allarme contro l'antisemitismo che avanza, insieme all'intolleranza contro "lo straniero" e al nazionalismo, qua e là in Europa pullulanti.
L'articoletto è intitolato, redazionalmente, "Siamo tutti ebrei greci".
Andremo, con questo titolo, a proporre ad una qualche scuola ebraica di assumere qualche giovane laureato disoccupato: siamo tutti ebrei.
Andremo, con questo titolo, a proporre, ad una qualche casa editrice specializzata in autori ebraici, di pubblicare un nostro libro: siamo tutti ebrei.
E così via.

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