giovedì 9 agosto 2012

Sul Manifesto di oggi, 9 agosto, leggo che due americani a Verona hanno trovato in un negozio esposte bottiglie di vino con sull'etichetta il nome e il volto di Adolf Hitler. Segnalata la cosa dai due turisti scandalizzati al locale quotidiano, la magistratura parla ora di aprire un'inchiesta per apologia (vuol dire difesa e giustificazione) del fascismo. Il vino come apologia?
Il negoziante da parte sua ha osservato che si tratta solo di una linea di prodotti che fanno riferimento alla Storia, ed ha menzionato Ernesto Che Guevara, che con Hitler non c'entra proprio niente. Ma tutto fa brodo.
In merito a fenomeni di questo tipo, noi abbiamo visto esposte, in vendita nella strada principale di Santa Teresa di Gallura (Sardegna), qualche anno fa, delle mazze da baseball ("valide", per quanto di misura ridotta) con sopra una decalcomania del volto di Benito Mussolini (con l'elmetto in testa).
Recentemente in tv abbiamo inoltre visto una pubblicità di orologi di poco prezzo, "oggettistica" d'ispirazione storico-militare, tra i quali la copia di un orologio con, sul quadrante,  il famoso emblema stilizzato delle Esse Esse.
Evidentemente c'è un pubblico, per queste merci, e il mercato ha campo libero. Si tratta probabilmente di un pubblico politicizzato a orecchio, alla grossa: lo suggerisce la confusione del paragone tra Hitler e Che Guevara. Dare significati politici precisi a questi fenomeni sarebbe un regalo che essi non meritano.

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