mercoledì 12 dicembre 2012

La chiusura dei distributori di benzina ed altre porcherie, impropriamente detta sciopero, è, come sempre, stata annunciata con larghissimo anticipo, in modo che gli utenti predisponessero, secondo i loro bisogni reali o nevrotici, il riempimento dei serbatoi delle loro auto od altri trabiccoli a motore. In questo modo i padroni dei distributori di benzina con ogni probabilità hanno venduto più carburante di quanto di solito ne vendono. Incassando più denaro.
Chi come noi ha la sfortuna di servirsi (tuttavia ben poco) di benzina da 49 anni, sa benissimo che il cosiddetto sciopero annunciato è un trucco per far comprare alla vecchina da "10 euro di verde" almeno il doppio, e così via in proporzione.
Già che ci siamo: è vero che su questa droga lo Stato lucra oscenamente e in modo insieme comico; è vero che gli industriali del petrolio fanno salire i prezzi con una velocità imparagonabile con quella delle rare discese del prezzo; tuttavia i padroni dei distributori di benzina, come de resto tutti i commercianti, non sono mai toccati dall'idea che tenendo a bada i prezzi che loro fanno "alla pompa" venderebbero più carburante, ed invece alcuni si approfittano perfino della posizione che hanno sul territorio per fare prezzi ancora più alti. L'estate scorsa qui sotto, in città, abbiamo visto uno di questi pusher inalberare il prezzo di 2 euro per un litro di "verde".
E allora: al diavolo!

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