venerdì 28 febbraio 2014

Pizza e baccalà

Roma intesa come comune soffre di una mancanza di oltre ottocento milioni di euro (non abbiamo capito se definibile volgarmente "buco" o elegantemente "deficit" (in latino significa "manca"): va detto che, a quanto noi sappiamo, un buco è certo un deficit, ma un deficit non è per forza un buco. Il primo si riferisce ad una sparizione più o meno losca, il secondo alla manifesta differenza tra entrate ed uscite). Da qui il decreto detto "salva Roma" che fu bocciato da Napolitano in quanto dentro ci era stato infilato di tutto, anche pizza e baccalà; l'altro ieri il nuovo governo ha deciso di ritirare la seconda forma di tale decreto perché, dato il lavoro delle opposizioni detto "ostruzionismo", non sarebbe stato approvato in tempo. Ieri il sindaco di Roma, Marino, ha minacciato di fermare la città, nei limiti delle competenze comunali, qualora il governo non provveda. Magari ponendo la questione detta "di fiducia". Il rischio, se l'intera faccenda non sarà risolta, è che il comune di Roma sia commissariato.

Perché no?

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