venerdì 14 febbraio 2014

15 febbraio 1944

Il 15 febbraio 1944 i bombardieri americani distrussero l'abbazia di Monte Cassino (basso Lazio), sede antichissima dei benedettini, costruzione di gran pregio e storia, dove si erano rifugiate centinaia di persone scappate dalla battaglia in corso, in prossimità della linea difensiva "Gustav", tra tedeschi da una parte ed alleati (americani, inglesi, neozelandesi; marocchini, tunisini algerini comandati dai loro padroni francesi; gurka nepalesi comandati dai loro padroni inglesi; canadesi eccetera) dall'altra *. La battaglia, durata mesi, avrebbe visto morire circa trentamila soldati delle due parti in causa. Gli alleati sostenevano che l'abbazia fosse stata occupata dai tedeschi, mentre invece oramai è noto che dentro l'abbazia di tedeschi non ce ne erano. Frustrati dalla resistenza formidabile, gli alleati vollero distruggere l'abbazia, sotto le cui macerie trovarono la morte almeno duecento persone, felici, noi crediamo, di essere schiacciate in nome della libertà e della democrazia. Chi è interessato a questa enorme battaglia, che ebbe termine solo nella primavera inoltrata, ha da leggere molto. Noi, per motivi personali che qui non contano, abbiamo letto un libro recentemente uscito che s'intitola appunto "Monte Cassino 1944", autore Nando Tasciotti, editore Castelvecchi. Non abbiamo trovato quel che cercavamo, ma abbiamo imparato qualcosa. Per esempio che la distruzione dell'abbazia fu crudele, stupida e controproducente.

* Circa millecinquecento soldati italiani combatterono in quell'occasione sotto il comando tedesco; un certo quantitativo era già agli ordini degli alleati, come esercito del "regno del sud". Per quest'ultima forma d'impiego di pezzi dell'esercito italiano v. "La pelle", interessante racconto di Curzio Malaparte.

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