giovedì 17 dicembre 2015

Controinformazione

Ieri sera i tg che ci scorrono davanti agli occhi hanno suscitato la nostra attenzione sulla notizia di un sito musulmano (in) italiano che ha diramato una lista di nomi di personaggi dei media e dello spettacolo appartenenti alla minoranza ebraica. Tale iniziativa ha ricevuto nei e dai tg commenti assai negativi naturalmente anche da parte di esponenti della minoranza ebraica, com'è noto assai ascoltata. 
Non abbiamo visto il sito musulmano che ha diramato la lista, comunque qui proviamo a dare una spiegazione alla iniziativa deprecata dai tg e da taluni intervistati ebrei (si può dire?). 
Se il mondo dei media fosse ispirato alla giustizia, alla equanimità, se le notizie su quel che accade in Palestina/Israele fossero date da giornalisti imparziali, se gli eventuali commentatori ebrei fossero presentati come probabili portatori di favoritismo filoisraeliano, filosionista; se venisse dato spazio anche a commentatori arabi; se ogni manifestazione di ostilità antiebraica, anche la più irrilevante, non fosse mediaticamente pompata e posta in assurdo rapporto con i misfatti commessi in gran parte d'Europa durante la seconda guerra mondiale e con i canonici sei milioni sei di morti; se lo squilibrio innegabile che esiste tra la modestia numerica degli ebrei in Italia e la loro presenza là dove si fa opinione fosse esplicitato e non invece tenuto celato facendo credere agli ingenui che gli opinionisti non siano portatori di "conflitto d'interesse" diciamo etnico, ebbene, allora l'iniziativa del sito musulmano (in) italiano sarebbe da condannare come proposito di etichettamento e discriminazione.
Invece, date le reali circostanze della situazione in Italia, dove gli ebrei fanno la loro propaganda* in incognito, ebbene, allora l'iniziativa del sito musulmano (in) italiano va vista come controinformazione.

*La propaganda ebraica è specifica (diretta) ed aspecifica (indiretta). La prima riguarda per esempio Israele ed i casi di antiebraismo in Europa: si nutre di frottole e di vittimismo sempre rimandando allo sterminio, come se solo gli ebrei avessero subito stermini e persecuzioni nella storia. E' specializzata nell'arte di far passare il lupo per agnello. La seconda, aspecifica e subdola, è garantita robustamente da molti decenni da Hollywood, luogo produttore d'immaginario dove gli ebrei primeggiano: la respiriamo, questa propaganda, noi che siamo nati dopo la fine della seconda guerra mondiale, da sempre. Non ce ne accorgiamo più. Fa parte della propaganda ebraica aspecifica il tormentone anti razzismo: dietro ogni cento "poveri negri" si nasconde un benestante ebreo vittimista. Fa parte della propaganda ebraica aspecifica anche buona parte della psicologia, classicamente ricca di autori ebrei**, con il suo insistere su pregiudizi, stereotipi, personalità autoritaria. Il fatto notevole della propaganda ebraica aspecifica, quella più sottile, è che essa tratta di temi che toccano la mente ed il cuore, non di cazzate. E' propaganda mimetizzata nella sostanziale accettabilità sociale ed intellettuale, se non scientifica, dei suoi assunti e, attenzione: tende a confondersi con i valori cristiani, scolorendo così nel banale "buonismo".

**S. Asch, S.Moscovici, S.Milgram, E.Tajfel, T. Wiesengrund Adorno, W.Reich, K.Lewin - ora ci vengono in mente questi autori ascrivibili per altro alla psicologia sociale, tra i quali meno ignoti sono Milgram, che studiò l'obbedienza agli ordini immorali, Adorno***, che studiò la personalità autoritaria, e Reich, che descrisse la psicologia di massa del fascismo. 
Freud era ebreo (incredibilmente vi sono psicologi che lo ignorano) e la psicanalisi delle origini fu una disciplina ebraica (anzi, yiddish) creata dallo sguardo retrospettivo che il suo inventore pose su quella conigliera di provincia che era stata la sua famiglia. Eppure ce la siamo bevuta per decenni. Per decenni ci siamo bevuti perfino le fanfaluche di M.Klein, un'allieva ebrea di un seguace ebreo di Freud, e non manca chi se le beve ancora.

***Adorno in realtà fu più un sociologo.

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