domenica 28 febbraio 2016

Intransigenza in Egitto

Il quotidiano Il Sole 24 ore sabato scorso (27 febbraio) pubblicava un testo scritto da un docente inglese sulla vicenda Regeni. Allo scopo di smentire chi sostiene che la sua università potrebbe aver mandato allo sbaraglio un giovane, il docente riferiva che Regeni nel 2013 presentò un progetto di ricerca da svolgersi in Egitto, e che tale progetto non ebbe il finanziamento richiesto, ragione per cui Regeni andò in Egitto a titolo personale, diciamo da "free lance"; comunque non sostenuto dalla università londinese cui era appartenuto ed in cui era stato in contatto da allievo con il docente suddetto. Ciò implica almeno due cose: la prima è che alcuni media ci hanno raccontato delle "inesattezze" - e fin qui non ci stupiamo; la seconda è che in Egitto Regeni ha dovuto in qualche modo procurarsi i soldi per vivere e fare ricerca, a parte eventuali finanziamenti ricevuti dalla famiglia. Ciò non è banale.

10 Marzo: Regeni, leggiamo sul Corriere di oggi, sarebbe stato in contatto con un centro di ricerca "socialista, marxista, anarchico", Antipode Foundation, che lo avrebbe finanziato per dieci mila sterline allo scopo di consentirgli di indagare sui sindacati indipendenti egiziani.

28 Aprile: il governo italiano ricusa le spiegazioni in merito alla morte violenta di Regeni, in questi ultimi giorni orientate ancora sulle conseguenze di un sequestro da parte di criminali comuni. Da qualche parte intanto qualcuno ha osservato in modo pungente che non sappiamo come è morto Cucchi, il giovane arrestato anni or sono per droga ed uscito cadavere dal carcere, in Italia. A Roma. Potremmo aggiungere che non sappiamo neppure chi fece saltare nel 1969, a Milano, la filiale della banca dell'agricoltura, morti e feriti in quantità. Intransigenza da esportazione.

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