giovedì 25 febbraio 2016

Libbia

Comunque esso sarà presentato ed infiocchettato, o negato, o nascosto, o contrabbandato, sul probabile intervento militare italiano in Libia dobbiamo dire un paio di cose. La prima è che non ci stupisce che il governo s'infili in quest'affare, visto che l'Italia fa parte di un sistema di "potenze" (come una volta si diceva) dedito all'errore, all'ingordigia, all'assassinio ed alla imbecillità. La seconda è che, nonostante la mancanza di stupore, siamo assolutamente contrari a tale intervento militare in Libia, infatti esso va nella direzione opposta a quella che noi riteniamo giusta, che si chiama non ingerenza.
Ne vedremo delle belle.
Pro memoria: la Libia è un territorio ricchissimo di petrolio e gas; lo stato di confusione criminale di cui parlano i media, ammesso che non sia esagerato a bella posta, dipende dalla distruzione del regime di Gheddafi, avvenuta anni fa non soltanto per ingordigia energetica, ma anche come favore a Israele, che con Gheddafi al potere aveva un avversario forte e compatto (v.alla voce Siria). La distruzione della Libia è stata operata dalla Francia, dall'Inghilterra, dagli Usa e anche dall'Italia, in ipocrita subordine: la tromba mediatica di guerra, valente non sappiamo quanto, fu suonata dallo scrittore ebreo B.H.Levy, da Parigi, città nella quale costui sopravvive da perseguitato, come s'immagina.

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