sabato 14 aprile 2012

Il marxismo e ciò che ne è derivato nei fatti; il freudismo e ciò che nei fatti ne è venuto, sono sotto attacco. Libro nero del comunismo, libro nero della psicanalisi.
Marx e Freud hanno fatto moltissimo per tirar giù la maschera alla borghesia, i movimenti cui hanno dato la mossa sono stati all'altezza dei maestri solo raramente: da una parte e dall'altra si sono sviluppate storture: prendiamo la pratica politica, oggi, del Partito Comunista Cinese; per un attimo (un attimo) guardiamo la paccottiglia lattiginosa cui decenni di deformazioni del freudismo hanno dato luogo.
La psicanalisi e il comunismo sono stati due movimenti del ventesimo secolo, i capitalisti e gli scientisti sentono di avere nel loro mirino queste due forze critiche, dunque sparano. Come ieri su Repubblica un certo Corbellini, storico della medicina, che in modo implicito paragona la psicanalisi alle teorie dei "miasmi" in patologia e le nega, capirai, uno statuto di scienza. Freud ai suoi tempi (1856-1939) può essersi sbagliato, considerando la psicanalisi una scienza, ma continuare oggi a sostenere che la psicanalisi non è seria come la neurologia, così il Corbellini, è un segno di superficialità. Non hanno nulla in comune. Da irresponsabili è invece sostenere che i tormenti umani (chiamale, se vuoi, nevrosi) siano connessi direttamente con la chimica del sistema nervoso centrale. Da cui pillole, psicofarmaci, oppressione del tormento in nome della normalizzazione. Ciò che ci riporta ai discorsi dei capitalisti, che non vogliono testimonianze critiche, ma servi.
Il comunismo e la psicanalisi sono due vie d'affrancamento dalla servitù.

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