venerdì 14 dicembre 2012

Il PD farà le primarie anche per i candidati di lista. Ci è venuto da paragonare quest'uso delle primarie al matrimonio tra persone dello stesso sesso (pardon, genere). Dice: che c'entra? C'entra, nel senso che, come il matrimonio tra persone dello stesso genere ridefinisce il matrimonio, lo trasforma in un qualcosa di diverso da quel che eravamo abituati un tempo a pensare (un uomo e una donna, eccetera: ora due indistinti), così le primarie ridefiniscono il concetto di partito. Non più spazio politico costitutivamente riservato agli iscritti e, tra loro, ai militanti, ma spazio aperto anche (o soltanto?) alla partecipazione indistinta di chi è interessato sì a votare per quel partito alle elezioni che incombono, ma non a lavorarci politicamente dentro.
Della trasformazione che il matrimonio affronta con la crescente apertura ad unioni omosessuali (pardon, gay) francamente c'importa pochino pochino, e, a parte il nostro voltastomaco politicamente scorretto, tanti auguri a tutti. Ma della trasformazione dei partiti in "porti di mare" (o pisciatoi pubblici?) c'importa moltissimo. Forse stiamo idealizzando la forma partito tradizionale; forse, come qualcuno ha scritto, i partiti non esistono più, né i militanti. Forse gl'incessanti abusi commessi ai danni del significato delle parole hanno toccato anche la parola "partito". Dopo aver colpito l'altra, "matrimonio".
Tornando alle primarie, fioriranno le battute e le vignette: una bambina per esempio chiede ai genitori se per Natale può esprimere subito le sue richieste di doni - o deve indire le primarie tra i suoi amichetti?
Poi le battute sfioriranno, e un altro pezzo delle nostra vita salterà nel deposito della roba vecchia (pardon, "modernariato").

Etichette: , ,

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page