lunedì 26 aprile 2010

25 aprile.

Il 25 aprile è la festa di coloro che non accettarono, dopo l'otto settembre 1943, la soluzione di nascondersi e aspettare che i cosiddetti alleati vincessero la guerra: i partigiani, combattenti di ogni classe sociale e di ogni intendimento politico, contro i resti del fascismo e contro l'enormità delle armate tedesche. Di liberazione non parlerei, perché siamo diventati, dal 1945, schiavi degli americani. Non è esagerato parlare di schiavitù, se è vero che in Italia ci sono numerose basi militari americane anche dotate di ordigni atomici che assolutamente non sono ispezionabili dalle autorità del nostro paese, se è vero che mai i governi italiani hanno osato contraddire la politica imperialistica Usa. Se è vero che uomini dei servizi segreti Usa sono liberi di fare ogni tipo di scorreria nel nostro territorio. Se è vero infine che i governi Usa hanno sempre monitorato la politica italiana, quando tra le forze politiche c'era il PCI, con lo scopo di impedire la formazione di governi d'ispirazione anche solo vagamente socialista.
Che il cosiddetto presidente del consiglio attuale parli di questa festa come lui la intende, "festa della libertà", appartiene all'osceno, ma c'insegna che la liberazione è ancora lontana.

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