giovedì 1 novembre 2012

Della riduzione del numero di province che mi dici?

Non so niente delle amministrazioni provinciali, non so se valgono qualcosa o no, a parte il concreto dei territori, diciamo delle contee, va'! - che ha la sua consistenza, lo sai: l'Europa è un'arlecchineria di contee piene di sugo, di dialetti, di bevande, funghi, pesci, fiori, pani, formaggi, chiese, parchi, fiumi, villaggi, paesotti, cittadine, città - tutti differenti.....

Frena, frena, ho capito! E quindi?

Quindi far finta che quest'arlecchineria non esista, e accorpare territori che tra loro hanno poco a che fare, salvo tutto quello che li accomuna di moderno, è una forzatura fatta nel segno del risparmio, come si è fatto nell'università, dove al posto delle contee c'erano i dipartimenti....

Quindi?

Quindi niente, me ne frego, le contee seguitano a vivere in barba a Monti, solo mi domando come un cosiddetto governo tecnico non eletto si possa permettere di incidere su assetti diciamo istituzionali come sono, erano, le province....

E del sindaco di Prato che si è fatto intervistare, in merito alla fusione della sua provincia con quelle di Firenze e Pistoia, seduto sulla tazza di un cesso, come dire che la prospettiva lo fa cacare....

Sì?...

Sì, che mi dici?

Questo è un altro discorso, compagno Fritz, riguarda il linguaggio politico, non le province....

A proposito: tu come lo scrivi, 'sto plurale, con la i o senza?

Nella mia contea si scrive come si dice: senza i.

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