mercoledì 7 novembre 2012

Dopo essersi fatti nel 2008 una legge allo scopo di avere, dopo le politiche, grande maggioranza in parlamento, la cosiddetta Lega Nord e il cosiddetto Popolo della libertà oggi vorrebbero un cosiddetto porcellum modificato, così da andare incontro, alle politiche del 2013, ad una sconfitta contenuta: propongono, con l'apprezzamento della cosiddetta Unione di Centro, una legge elettorale che prevede un "premio di maggioranza" solo nel caso che la coalizione vincitrice arrivi al 40 ed oltre per cento.
I probabili vincitori delle prossime elezioni (PD e SEL), certi di non arrivare a tale soglia, non ci stanno, e dal loro punto di vista non hanno torto.
Ma questo punto di vista è sbagliato, infatti la legge elettorale corretta (giusta) sarebbe solo quella che prevedesse il metodo proporzionale puro (da tutti comprensibile) e limitasse la rappresentanza dei partiti solo al numero dei voti validi; non ai seggi disponibili. In questo modo il parlamento sarebbe rappresentativo della realtà (cattiva o decente) del Paese, ed anche diminuirebbe, con ogni probabilità, il numero dei parlamentari, visto che da molte parti si sostiene che costoro siano "troppi".
A noi piacerebbe, lo ripetiamo, che ogni eletto rappresentasse almeno 200 mila voti raccolti ovunque, quest'ultima sarebbe la cosiddetta soglia di sbarramento.
In questi giorni abbiamo udito elogi del sistema vigente in Usa, dove ci sono solo due partiti, uno più di destra, uno meno di destra, e dove gli elettori "sanno subito" chi li governerà. Si tratta di una concezione ipersemplificata della politica, che finge di dare voce diretta al "popolo". La concezione della politica, da noi, non è ancora del tutto rovinata, per fortuna ci sono ancora differenze di qualche importanza tra i partiti (se vogliamo continuare a chiamarli con il loro vecchio nome), ed ancora sfumature interessanti in seno al "popolo". 5 Stelle, Destra, Lega, UDC, IDV, SEL, eccetera, rappresenatno tali sfumature.
Un sostenitore di Romney, mesi or sono, affermò che gli americani sarebbero i "padroni" del Paese, e "i politici" sarebbero loro "dipendenti". Non dev'essere così: il personale politico non deve "dipendere", ma deve guidare, formare, orientare, cambiare, insegnare al "popolo" ad essere meno bestia di quello che è; ed il "popolo" dovrebbe guardare al personale politico di suo gradimento come alla parte migliore di sé.

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